Seconde case: una fonte di reddito con gli affitti brevi

L'affitto delle seconde case

  Acquistare una seconda casa è sempre stata una passione di molti italiani: avere la casa al mare o in montagna per le vacanze con la famiglia, infatti, era una condizione molto diffusa nella media borghesia, ma da qualche anno i motivi per comperare un nuovo immobile sono cambiati sostanzialmente.

 

In particolare dopo la crisi economica dei primi anni del secolo, i redditi delle famiglie italiane si sono considerevolmente ridotti e per molti non è più stato possibile mantenere una seconda casa per uso esclusivo e il contemporaneo fiorire del fenomeno degli affitti brevi ha convinto molti proprietari ad affittare, almeno in alcuni periodi dell'anno, questo tipo di immobili per coprirne i costi vivi.

 

Ora, però, siamo in una terza fase: la crisi economica è, per molti versi, alle spalle fin dal 2015 e le seconde case sono diventate una forma di investimento in grado di produrre reddito per le famiglie, che le considerano, come vedremo, un'importante componente del proprio bilancio.

 

Se ne occupa una recente ricerca, condotta in 10 importanti mercati immobiliari internazionali, i cui risultati vengono riportati e commentati da Il Sole24Ore. Per noi di Hintown, che ci occupiamo da anni di affiancare i proprietari di case e appartamenti affittati con il regime delle locazioni brevi, questo è un tema importante perché, con i suoi diversi risvolti, riguarda gran parte della nostra clientela e nell'articolo che state leggendo cercheremo di partire dai dati di questa ricerca per sviluppare insieme un ragionamento complessivo.  

Perché si acquista una seconda casa?

  Tra i dati riportati da Il Sole24Ore e relativi alla ricerca condotta in dieci importanti mercati mondiali (Regno Unito, Stati Uniti, Spagna, Canada, Francia, Italia, Olanda, Portogallo, Nuova Zelanda e Brasile), possiamo partire proprio dalla percentuale di chi acquista una casa per viverci stabilmente. Nel 1990 il 25% delle compravendite, infatti, era rivolta alle abitazioni principali, o comunque di uso esclusivo della famiglia, mentre nel 2019 il dato è sceso ad appena il 7%. Inoltre, se nel 1975 il 54% delle seconde case acquisite dalle famiglie era frutto di eredità o donazioni, nel 2019 questa percentuale è crollata al 18%. Specularmente, possiamo quindi dire che, tra i nuovi proprietari di seconde case, circa otto su dieci hanno ottenuto una seconda casa tramite un acquisto e tra questi ben il 40% ha intenzione di affittarla per brevi periodi. Se si pensa che la percentuale di chi affittava una seconda casa nel 1990 era dell'8% si può facilmente misurare la portata del cambiamento avvenuto nel mercato.

 

Possiamo quindi affermare, alla luce di questi e di altri dati statistici, che è in atto una tendenza globale all'investimento immobiliare con la prospettiva di una messa a reddito mediante il sistema degli affitti brevi. Questa tendenza implica anche l'intervento di quelle realtà aziendali come Hintown che offrono servizi per i proprietari, fornendo, ad esempio, consulenze sulla stesura dell'annuncio da postare online, servizi di pulizia, manutenzione e accoglienza professionali e supporto nella gestione degli aspetti burocratici legati all'immobile.  

La situazione italiana degli affitti brevi

  Una parte della ricerca presentata da Il Sole24Ore si focalizza sul rapporto tra reddito prodotto dalla locazione delle seconde case e bilancio familiare per capire quanto questo tipo di investimenti sia rilevante per i privati. Per quanto riguarda l'Italia i dati sono molto significativi e ci portano a riflettere sulla situazione attuale del mercato dello short rent: per il 14% degli italiani l'affitto di una seconda casa è la principale fonte di reddito, mentre per un altro 35% si tratta della seconda entrata più rilevante del proprio bilancio. In altre parole, per circa metà dei proprietari di seconde case in Italia, il reddito derivante dalla locazione delle stesse è di importanza fondamentale per fare quadrare il bilancio familiare e da questo punto di vista il nostro Paese si discosta significativamente dalla media degli altri Stati dell'Unione Europea, che indica al 9% la percentuale di chi ha come primaria fonte di reddito una locazione.

 

In un contesto di mercato in cui la redditività di molti strumenti finanziari classici, primi fra tutti i Titoli di Stato, è ormai ridotta al lumicino, non stupisce che gli italiani, come e più di altri popoli, siano andati alla ricerca di una nuova forma di risparmio che garantisse sicurezza e buoni rendimenti. Così è accaduto che, mentre fino agli anni '90 del secolo scorso la maggior parte delle famiglie italiane investiva il proprio denaro in BOT e CCT, contando su rendimenti modesti, ma sicuri, oggi molti preferiscono acquistare una seconda casa, anche accendendo un mutuo, per poi metterla a reddito con le locazioni brevi piuttosto che affidarsi agli strumenti finanziari.  

Investire negli affitti brevi

  Il fatto che le locazioni brevi si siano grandemente diffuse in Italia, come nel resto del mondo d'altra parte, non deve però fare sottovalutare i pericoli che si possono correre se si decide di investire in questo settore in modo superficiale, senza conoscere bene la situazione del mercato e senza affidarsi a professionisti del settore. Le entrate di un immobile in locazione breve, infatti, non sono fisse, ma dipendono da quante notti vengono effettivamente occupate dagli ospiti, dal loro numero per ogni notte e dal prezzo che viene pagato per ciascuno di essi. Si tratta di variabili molto importanti da valutare per realizzare un investimento immobiliare proficuo nel settore dello short rent.

 

Innanzi tutto, un appartamento o una casa vacanze possono attrarre ospiti per molte ragioni differenti: una posizione strategica per visitare una città d'arte, la comodità per viaggi di lavoro in una zona ricca di uffici e aziende, la bellezza di una località turistica, di mare o di montagna, e molti altri fattori. È importantissimo, però, capire quale tipo di clientela possa essere più interessata ad un determinato immobile per costruire un annuncio sui portali online, come Airbnb o Booking.com, che evidenzi gli aspetti più attrattivi per questo tipo di clienti.

 

Inoltre, avere un buon numero di posti letto può essere un fattore di estremo successo in alcuni tipi di immobili, soprattutto quando sono progettati per accogliere in prevalenza famiglie o gruppi di amici per periodi di vacanza, siano essi in località marine, montane, al lago o in una delle nostre innumerevoli città d'arte.

 

Infine, attenzione anche alla dinamica dei prezzi, che possono anche variare durante l'anno per seguire la stagionalità e cogliere le occasioni offerte dai grandi eventi, sia nelle città, sia nelle piccole località turistiche. In ogni caso, per ottenere il massimo dal vostro affitto breve potrete sempre rivolgervi alla professionalità di Hintown per una consulenza e una guida esperta nel settore.
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